Attività in aree protette o di interesse ambientale

Le attività del Gruppo, per la loro natura, hanno un impatto diretto o indiretto sull’aria, sulle risorse idriche, sul suolo, sugli ecosistemi e sulle specie che li abitano. Proprio per questo Iren, consapevole del fatto che la conservazione dell’ecosistema naturale è essenziale per la sostenibilità globale di lungo periodo, promuove lo sviluppo sostenibile delle proprie attività.

Le attività di produzione di energia elettrica in aree protette riguardano principalmente gli impianti idroelettrici, il loro impatto sulle risorse idriche e in termini di emissioni acustiche. I prelievi ed i rilasci di acqua sono gestiti in ottemperanza alle concessioni rilasciate dalle Autorità competenti e alla normativa vigente. Per tutti gli invasi gestiti sono stati predisposti i Piani di Gestione (ai sensi del D.Lgs. 152/2006) con i relativi studi di incidenza per quelli che interessano aree SIC. Le fonti interessate dal prelievo di acqua presso gli impianti idroelettrici sono il Mar Ligure, il fiume Po, il canale Naviglio Grande, i fiumi Orco, Dora Riparia, Maira, Brugneto, Secchia, Bussento, Tanagro, Tusciano, Calore, Picentino, Terza e la falda, tramite pozzo, per uso industriale. Gli scarichi idrici recapitano nel Mar Ligure, nel bacino dei fiumi Po, Ticino, Dora Riparia e Secchia, nel lago piemontese del Pian Telessio, nei torrenti Chisola e Piantonetto, e nel canale lombardo Naviglio Grande. Tali scarichi, autorizzati e conformi alla normativa, sono costituiti da acque di raffreddamento degli impianti o da acque derivanti dai processi di trattamento delle acque utilizzate presso i siti produttivi. L’efficientamento degli impianti idroelettrici, effettuato dal Gruppo, ha ricadute positive sull’intero sistema poiché riduce la necessità di produrre energia da fonti fossili e contribuisce a contenere le emissioni. Per tutti i rinnovi effettuati è stata ottenuta la qualifica di impianto alimentato da fonte rinnovabile (IAFR) che identifica i benefici ambientali attesi in termini di mancate emissioni di SO2, CO2, NOX, particolato e metano. Per minimizzare l’impatto acustico sull’ambiente circostante, tutti gli impianti sono opportunamente insonorizzati.

Lo sviluppo della rete elettrica di distribuzione può interessare direttamente o essere nelle immediate vicinanze di alcune aree della rete “Natura 2000” tra cui: Collina di Superga (SIC), Meisino (ZPS), Stupinigi (SIC), nella città di Torino, Lama del Badiotto (ZPS) e Garzaia della Brarola (ZPS), nella città di Vercelli. La rete elettrica di distribuzione di Parma non interessa aree SIC o ZPS della rete “Natura 2000”.

Le attività di gestione dei rifiuti e di igiene ambientale non interessano aree protette. Gli impianti di maggiore potenzialità (termovalorizzatori e discariche) sono dotati di un sistema del verde, in armonia con il climax vegetazionale in cui sono ubicati, con funzioni di mitigazione visiva ed ambientale. Annualmente vengono esaminati gli impatti correlati alle attività svolte con l’obiettivo di verificare il risultato degli interventi realizzati e di disporre di tutti gli elementi necessari per confermare o modificare il sistema implementato, al fine di valutare la conformità con norme e autorizzazioni ambientali e di definire/aggiornare i piani di miglioramento dei sistemi di gestione, compresi quelli legati alle prestazioni ambientali. Il Polo Ambientale Integrato di Parma (PAI) opera in una zona prevalentemente industriale ed è dotato di un sistema del verde, che oltre ad ottemperare alla richiesta di mitigazione delle polveri, svolge funzione di ripristino di alcuni habitat e di collegamento ecologico tra biotipi diversi e porterà alla creazione di un ecosistema che può rappresentare una grande risorsa per il recupero complessivo del valore paesaggistico ed ecologico del territorio. Annualmente viene eseguita una campagna di monitoraggio del contenuto di polveri raccolte dalle piante messe a dimora, al fine di stimare i benefici ambientali in termini di rimozione del particolato atmosferico. Il termovalorizzatore di Piacenza sorge in un’area che non risulta soggetta ad alcun vincolo urbanistico, paesaggistico, idrogeologico, sismico o territoriale e in cui non sono presenti tutele a parchi, oasi o ad altre zone protette. Il termovalorizzatore di Torino (TRM) ha ottenuto il parere positivo di compatibilità ambientale con un iter che ha previsto uno Studio di Impatto Ambientale le cui conclusioni, in tema di vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi, hanno evidenziato che il sito si colloca all’interno di un’area fortemente antropizzata dove, dal punto di vista vegetazionale e faunistico, non sono state rilevate tipologie di particolare pregio naturalistico. Per quanto emerso in fase di Valutazione d’Impatto Ambientale, l’introduzione dell’impianto non fa prevedere la comparsa di significativi sintomi di stress su ecosistemi che hanno già subito un impatto antropico; le emissioni non arrecano alcun disturbo alla fauna presente in area vasta, comprese le aree di particolare interesse naturalistico rappresentate dal Parco Naturale di Stupinigi e dal sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po.

La gestione del servizio distribuzione gas non comporta particolari impatti sulla biodiversità. Nelle attività di realizzazione, manutenzione e gestione dell’infrastruttura ci si attiene rigorosamente al quadro normativo in tema di impatto ambientale. Annualmente vengono effettuate, all’interno delle aeree naturali in cui sono presenti degli impianti, ispezioni a piedi e al termine della stagione invernale in modo da non danneggiare la vegetazione.

Per quanto riguarda il servizio idrico integrato, tutti i corpi idrici ricettori delle acque reflue trattate dal Gruppo sul territorio emiliano e piemontese ricadono nel bacino del fiume Po che rientra in area dichiarata sensibile. Gli impianti, pertanto, sono soggetti, in funzione delle dimensioni, all’applicazione di limiti più restrittivi per azoto e fosforo. Lo scarico delle acque reflue trattate dai depuratori del territorio ligure avviene nelle acque costiere del Mar Ligure (principalmente Golfo di Genova, Golfo del Tigullio e Golfo della Spezia). Le attività svolte sono, per loro natura, tese al mantenimento di condizioni ambientali ottimali. L’attività di depurazione ha proprio come primario obiettivo che gli scarichi siano opportunamente trattati per essere resi compatibili con gli habitat naturali dei corpi idrici recettori. Allo stesso modo, la tutela delle aree su cui insistono le fonti di prelievo idrico riveste la massima importanza per la gestione del servizio idrico integrato. Screening e valutazioni di impatto ambientale sono svolti nei termini previsti dalla normativa sia sui depuratori sia sui prelievi idrici. Gli impianti genovesi della diga del Brugneto ricadono nel Parco Regionale dell’Antola (GE), mentre i laghi del Gorzente ricadono, per la parte in provincia di Alessandria, nel Parco Regionale delle Capanne di Marcarolo. In provincia di Piacenza, il Gruppo possiede un bosco di pianura ricompreso nella zona tutelata Conoide del Nure e Bosco di Fornace Vecchia (SIC). I depuratori gestiti nella provincia della Spezia sono collocati nei pressi del Parco Nazionale delle Cinque Terre/ Area Marina Protetta Cinque Terre, del Parco Naturale Regionale di Portovenere, del Parco Naturale Regionale di Montemarcello-Magra-Vara e dell’area di Tutela Marina regionale Isole di Portovenere.

Nel corso del periodo di rendicontazione non si sono avuti casi di ripristino (offset) di habitat naturali.