Produzione e distribuzione dell’acqua
L’approvvigionamento di acqua per la distribuzione alle comunità per uso idropotabile è effettuato, oltre che nel rispetto di normative e di concessioni, secondo criteri di efficacia ed efficienza.
I criteri di utilizzo delle risorse tengono conto di una serie articolata di fattori: quantità autorizzate, consistenza delle riserve negli invasi principali, qualità delle acque superficiali disponibili, idrologia dei bacini, dati consuntivi dell’anno precedente e dell’anno in corso.
Moderne apparecchiature di automazione e telecontrollo garantiscono il miglior funzionamento degli impianti di captazione, potabilizzazione e sollevamento dell’acqua.
Il volume totale di acqua immessa in rete nel 2021 risulta in riduzione rispetto allo scorso anno.
Acqua immessa in rete (m3/000) | 2021 | 2020 | 2019 | |||
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Piacenza |
32.608 |
31.041 |
32.239 |
|||
Parma |
37.645 |
38.095 |
38.156 |
|||
Reggio Emilia |
44.936 |
45.818 |
46.159 |
|||
Vercelli |
8.614 |
8.916 |
8.744 |
|||
Genova |
87.725 |
90.605 |
95.719 |
|||
Savona |
19.540 |
19.093 |
19.057 |
|||
Imperia |
3.108 |
3.080 |
3.462 |
|||
La Spezia |
39.800 | 38.002 | 40.296 | |||
Altre province |
3.941 |
4.956 |
6.638 |
|||
Totale |
277.917 |
279.606 |
290.470 |
L’impegno del Gruppo Iren nella valorizzazione e protezione della risorsa idrica si esplica nell’attività costante di ricerca e riduzione delle perdite di rete e nella sensibilizzazione di clienti e cittadini alla riduzione degli sprechi. Il Gruppo, infatti, nel Piano Industriale al 2030, ha previsto importanti investimenti per rendere sempre più efficiente il servizio di distribuzione dell’acqua, con l’obiettivo di diminuire i prelievi idrici dall’ambiente e di ridurre in maniera significativa le perdite di rete.
La percentuale di perdite di rete si attesta al 32,6%, in riduzione rispetto al 2020 (33,3%) e significativamente inferiore alla media nazionale del 42% (dato ISTAT).
Tra le iniziative per la riduzione delle dispersioni nelle reti acquedottistiche, si segnala la distrettualizzazione: una tecnica che prevede di suddividere le reti in piccole aree omogenee, i cosiddetti distretti, che consentono il monitoraggio quotidiano e l’analisi costante dei parametri idraulici. In tal modo, le campagne strumentali di ricerca perdite sono puntuali e mirate ai soli distretti su cui il monitoraggio ha rilevato dispersioni occulte. Attualmente il 60% del totale della rete gestita è distrettualizzata, in linea con l’obiettivo al 2030, che mira a raggiungere il 90% delle reti gestite. La distrettualizzazione produce anche un beneficio in termini di riduzione dei consumi energetici che, nel 2021, si è attestato a circa 140 tep.
Fognatura e qualità della depurazione
Le acque reflue urbane derivanti da pubblica fognatura vengono trattate presso 1.337 impianti di depurazione di varia potenzialità e tipologia. Negli impianti principali vengono effettuati i pretrattamenti per rimuovere i corpi grossolani, la sabbia e gli olii, i trattamenti primari per rimuovere i solidi sedimentabili e i trattamenti secondari tradizionali e terziari per la rimozione dell’azoto e con sistemi di defosfatazione chimica e biologica. Il Gruppon gestisce anche alcuni impianti di fitodepurazione che si avvalgono dell’attività depurativa delle piante e vengono utilizzati sia per la depurazione dei liquami (sistema a flusso sub-superficiale) sia per l’affinamento delle acque trattate negli impianti di depurazione tradizionali (sistemi a flusso superficiale).
1 Per i volumi di acqua trattata vengono considerati tutti i depuratori del Gruppo con una portata superiore a 2.000 abitanti equivalenti. In Liguria il Gruppo non gestisce il servizio fognatura e depurazione nel territorio savonese e imperiese.
La qualità dell’acqua depurata viene misurata sulla base della percentuale di abbattimento dei principali inquinanti in uscita dagli impianti rispetto ai quantitativi in ingresso: BOD (Biochemical Oxyge Demand), COD (Chemical Oxygen Demand), SST (Solidi sospesi totali).
L’obiettivo del Gruppo è quello di avere nell’acqua depurata le seguenti percentuali di abbattimento: COD superiore al 90%, BOD superiore al 94% e SST superiore al 93%.
Complessivamente, nel 2021, si sono ottenuti i seguenti risultati medi: 90,8% per COD, 94,4% per BOD e 93,7% per SST. Nel grafico si illustra in dettaglio l’abbattimento per area geografica.
1 Per il calcolo dell’abbattimento degli inquinanti vengono considerati tutti i depuratori del Gruppo con una portata superiore a 2.000 abitanti equivalenti. In Liguria il Gruppo non gestisce il servizio fognatura e depurazione nel territorio savonese e imperiese.
Tra gli obiettivi di lungo termine del Gruppo vi è anche l’aumento della capacità degli impianti di depurazione, al fine di garantire un servizio sempre più esteso ed efficiente e di migliorare l’impatto ambientale della gestione delle acque reflue.
Nel 2021, il Gruppo ha registrato complessivamente una lieve riduzione rispetto al 2020, dovuta alla dismissione di alcuni impianti di piccole dimensioni, collettando le reti fognarie verso impianti esistenti con capacità residua disponibile, parzialmente compensata da nuove acquisizioni e da incrementi di potenzialità su impianti esistenti. Il progresso verso l’obiettivo fissato nel Piano Industriale sarà recuperato a partire dal 2022, anno in cui è atteso un incremento di capacità di circa 27.000 abitanti equivalenti.
Il riuso dell’acqua
Le acque reflue trattate dai depuratori possono essere riutilizzate per scopi irrigui (irrigazione agricola, di spazi verdi e di impianti sportivi) e industriali (raffreddamento impianti, pulizia delle strade). Il riuso dell’acqua permette di ridurre la pressione significativa sulle risorse idriche naturali e di combattere la scarsità idrica, promuovendo la transizione verso modelli produttivi incentrati sul concetto di economia circolare.
Il Gruppo, che attualmente recupera circa 6 milioni di metri cubi di acqua grazie all’impianto di depurazione di Mancasale, si è posto l’obiettivo di raggiungere i 20 milioni di metri cubi di risorsa recuperata al 2030.
Destinazione delle acque reflue trattate
Tutti i corpi idrici, ricettori delle acque reflue trattate dal Gruppo sui territori emiliani e piemontesi, ricadono nel bacino del fiume Po. Il territorio si colloca in area dichiarata sensibile e pertanto gli impianti, in funzione delle dimensioni, sono soggetti all’applicazione di limiti più restrittivi per azoto e fosforo.
Lo scarico delle acque reflue trattate dai depuratori nelle aree servite in Liguria avviene nelle acque marine costiere del Mar Ligure (principalmente Golfo di Genova, Golfo del Tigullio e Golfo della Spezia).
L’adozione dei Water Safety Plan
Il Water Safety Plan (WSP) o Piano di Sicurezza dell’Acqua (PSA) è un modello, introdotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che si basa sulla valutazione e gestione dei rischi legati alle fasi del servizio idrico integrato, dalla captazione fino all’utilizzo finale dell’acqua, con l’obiettivo di proteggere la risorsa idrica e ridurre i pericoli potenziali per la salute.
Il Gruppo Iren ha avviato nel 2019 l’implementazione dei primi quattro WSP, procedendo all’individuazione delle aree di fornitura con il maggior numero di abitanti per ciascuna delle zone servite. Il primo WSP avviato è stato quello del Brugneto (Genova), a servizio di 170.000 abitanti, a cui sono seguiti altri tre delle principali province emiliane (Parma, Piacenza, Reggio Emilia).
Sono stati creati team multidisciplinari provinciali, che coinvolgono sia strutture interne al Gruppo sia enti di controllo esterni (AUSL, ARPA, Regioni, ATO e Comuni), i quali hanno avviato il processo di valutazione dei rischi della zona in esame e delle misure di controllo esistenti, ipotizzato eventuali azioni migliorative e individuato strumenti di monitoraggio operativo.
Nella valutazione del rischio idrico, relativa ai primi WSP avviati, un focus particolare ha riguardato i rischi climatici intesi sia come fenomeni meteorologici eccezionali (alluvioni, gravi periodi di siccità) sia come modifiche della qualità/quantità di risorsa idrica dovuta ai cambiamenti climatici.
Ai primi WSP, terminati a dicembre 2021, seguirà l’avvio dei restanti piani secondo un programma cronologico definito e mirato a dare la precedenza alle zone a servizio delle popolazioni più numerose, considerando anche il maggior numero di utenze sensibili servite (ospedali, case di cura, scuole).